La sorte toccata alla donna

 

 

Sibilla Aleramo

 

In questo brano, scritto nel febbraio del '46, in occasione dell'estensione del diritto di voto alle donne, Sibilla Aleramo mette in evidenza l'impotenza di questa conquista.

Dopo la follia della guerra, che aveva provocato morte e distruzione, l'uomo finalmente ha capito che, per costruire un mondo migliore, occorre l'aiuto di tutti uomini e donne.

Il compito delle donne, in particolare, sarà fondamentale per le sorti del futuro in quanto la sua presenza dovrà garantire gli ideali di giustizia e di pace che anche gli uomini migliori avevano, nel passato, cercato di raggiungere senza riuscirvi.

L'impostazione del brano rivela la passionalità tipica dell'epoca e del fatto che, a scrivere , è una donna impegnata e partecipe.

A distanza di cinquant'anni, questo brano mi ha fatto riflettere sulla necessità , in particolare per le donne, le elezioni come un fatto di abitudine poco significativo.

 

Trovato Rosamaria 3 B

 

Se la donna si sofferma un poco a meditare sulla sorte che le è

toccata di essere chiamata per la prima volta, qui da noi, a esercitare il

diritto di voto proprio in questo tragico dopoguerra, non può non

avvertire anzitutto la singolarità della coincidenza. Tanto è singolare

la cosa che la donna qui trasale. Perché insomma ella si chiede

continuamente nella meditazione - quel diritto le è stato negato per

tanto tempo, quando fioriva la pace, quando sarebbe stato così ovvio

concederglielo con un sorriso, come un omaggio, e le viene dato ora

che di sorrisi e di omaggi non è assolutamente il caso di parlare?

C'è, dunque davvero, nel misterioso fluire della storia, quella

segreta legge delle compensazioni di cui parlava quasi un secolo fa il

buon filosofo Emerson? Bisognava attendere il vertice dell'errore e

della dissoluzione, bisognava che l'uomo si sentisse umiliato come

non mai attraverso i millenni, nella sua incapacità di arginare la

barbarie, perché potesse, pover'uomo, persuadersi a chiedere l'ausilio

della compagna, ad ammettere che questa abbia facoltà di intelletto

tale da tentare con lui l'opera di salvezza e di rinascita? O forse egli

non si è neanche detto di essere lui il solo responsabile e che la donna

esce innocente, sebbene altrettanto colpita, dal tragico flagello?

Comunque, la donna pensa che, d'ora innanzi, avrà anche lei la

responsabilità di quanto avverrà nel mondo. lnnocente non sarà più,

se mai, nel paese e nel mondo, dovesse scatenarsi la follia. Lei ha

assistito, ha veduto che cosa è stata la guerra, e sa che cosa sono stati

gli anni che la guerra hanno preceduto e provocato Non dice -

sarebbe bestemmia che - tutto era necessario perché si attivasse a

riconoscerle il suo diritto di intervento No. Ma di questo diritto, lei,

sente ora il valore immenso assai più di quanto avrebbe sentito

prima Il valore, il peso, la luce.

E lo eserciterà con slancio di neofita e insieme. con estrema

consapevolezza figlia di un mondo che crolla, madre di un altro che

appena sta per sorgere e che lei aiuterà appassionatamente a crescere

Salvaguardia del suo nome e della sua fede umana, questo mondo

nuovo non dovrà più a nessun costo ripetere gli errori nefasti di quello

antico non ha esso forse alla base la volontà di giustizia e la volontà di

pace?

Anche in passato queste parole vennero di tanto in tanto pronunciate

dagli uomini migliori. ma questi non seppero mai attuarle,

forse, appunto, chissà perché erano soli nell'opera: oggi hanno

vicino la donna armata, come essi, di quella piccola e quasi radicale

cosa che è la scheda elettorale. Da questa, in apparenza, inezia,

deriverà la sorte del futuro.

La donna ne ha coscienza e compiendo il primo gesto civile assume

una dignità che le sarà di sostegno e di difesa in tutta la lunga,

lunghissima strada: guarda dinanzi a sé, il lavoro da compiere non la

spaventa, pur tanto grande, in tanti campi, lavoro di persuasione, di

educazione di elevazione spirituale e morale oltreché materiale, e

sarà lei a dare il coraggio al compagno se mai questi dovesse vacillare

Sarà lei a non dimenticare, lei a mantenere la necessaria fiducia nella

vita e nel cuore di tanti che meritano di vivere.

27 febbraio 1946