Ultima modifica: 20 Settembre 2017

Il Parco dell’Etna

L’Etna nasconde nelle sue viscere una forza immensa che scaglia ad altezze vertiginose tonnellate di lapilli incandescenti, mentre riversa al suolo torrenti di lava, lasciando dietro di sé, soltanto un deserto fumante . Fa tremare la terra ad ogni sbuffata, facendo sentire i suoi boati fino al mare e coprendo di un manto di cenere le pendici.

Di tanto in tanto la televisione ci propone immagini di eruzioni terminali con spettacolari fontane di lava e di fronte a questi eventi l’uomo si sente piccino e impotente. I Greci collocarono nell’Etna la fucina del Dio Vulcano e pensarono che Giove, adirato per la ribellione dei Giganti, avesse imprigionato Tifone loro capo, dentro gli abissi del monte. Da questo luogo il gigante, ancor oggi, sbuffa e si contorce facendo tremare tutto.

Ma l’Etna non presenta solamente un volto minaccioso, ma offre un paesaggio mutevole ed affascinante ricco di colori e di profumi: qui macchie di fiori colorati punteggiano il nero delle colate laviche antiche e recenti che specie vegetali pioniere hanno colonizzato per prime, lì boschetti di pino laricio, di faggi e di betulle spandono nell’aria delicati profumi mentre alle quote basse i segnali della presenza dell’uomo diventano sempre più visibili.

Per conservare il più possibile intatto questo patrimonio dell’umanità è stato istituito l’ente Parco dell’Etna, con poteri e compiti estesissimiche ha provveduto a suddividere l’area in quattro zone.