Il nevaiolo
Si tratta di un’intervista realizzata da alcuni alunni che, insieme ad un insegnante, si sono recati a casa del signor Carbonaro, un uomo molto anziano che, nella sua vita, ha esercitato diversi mestieri, ma soprattutto quello del nevaiolo. Dalle sue parole traspare il modo di pensare e di vivere del contadino siciliano, che, con dignità e rassegnazione, ha affrontato fatica e povertà. Il testo dell’intervista, trattandosi di una persona poco istruita, è stata tradotto dal siciliano.
Alunno: – Come si chiama ?-
Intervistato: – Carbonaro Antonino-
A: – Quanti anni ha?-
I. : – 88 anni.-
A: – Quando ha finito di lavorare ?-
I. : – A 65 anni. –
A: – A quanti anni ha incominciato a lavorare ?
I. : – A 11 anni cominciai a lavorare nella tacca della neve, a coprire la neve. La tacca della neve era a Nicolosi (Tacca di S. Antonino) e nella zona di Pedara . –
A: – La tacca della neve veniva vurricata ( coperta)? –
I: – Sì, di sopra ci buttavamo la terra. La neve si cominciava a tagliare in estate. –
A : – A che ora partiva per andare a lavorare ?-
I. : – Non vi era un orario ben definito: a volte partivo verso le due del mattino, altre verso le tre.-
A: – A che ora arrivava lì sopra, in montagna ?-
I. : – Verso le otto perché dovevamo prendere le felci e altre foglie per avvolgere la neve –
A: – E poi la dovevate mettere dentro i sacchi ? –
I. : – Si, la mettevamo dentro i sacchi , infatti la prendevamo e la avvolgevamo con le felci (filici).
A: – Perché non si sciogliesse ?-
I. : – Sì. –
A: – Quando salivavate lì sopra in montagna le balle di neve erano già preparate ? -.
I: – No, le facevamo noi. –
A: – Voi stessi le facevate ? Dove andavate, dentro la tacca? –
I. : – Sì, dentro la tacca con il fugnone. –
A: – Il fugnone era quello strumento che serviva per tagliare? –
I. : – Sì. Poi la pulivamo, la mettevamo nel sacco e nello stesso sacco mettevamo una pampina (foglia), perché non si sciogliesse (la neve). Infine la portavamo a Nicolosi. –
A: – Ma, di solito, una balla di neve quanto pesava ?-
I. : – Circa 90 o 100 kg. –
A: – Quando la neve arrivava a Nicolosi costava di meno, perché pesava anche di meno ?-
I. : – Sì. –
A: – Dove era il deposito della neve? –
I: – In via Monte Grappa o in via Gibuti. –
A: – Che cosa mangiava quando era al lavoro ?-
I: – Mangiavo pane, cipolle, formaggio, olive. –
A: – Quante ore faceva di lavoro ?-
I: – Non c’era un orario definito, circa tredici o quattordici ore. –
A: – Quante persone c’erano che facevano questo lavoro ? –
I: – Di solito dieci persone. –
A: – Questi arrivavano a Nicolosi…-
I : – …Scaricavano i carretti, le stringevano (le balle di neve) e le portavano a Catania. –
A: – A che ora partivano da Nicolosi ? –
I: – Alle due, due e mezza, o alle tre per arrivare a Catania e scaricare.-
A: – Ma dove le scaricavano? Nei bar? –
I: – Una parte vicino alla chiesa di S. Agata. –
Professore: – Ah! C’era un posto vicino alla chiesa di S. Agata, ma venivano anche portate in altri posti e anche nei bar ? –
I: – Sì, le portavano anche al Borgo e le vendevano. –
A: – Oltre alla neve lei caricava anche mazzi ?-
I: – Sì, la ginestra. –
A: – Ma dove l’andava a caricare? –
I.: – A Serra Pizzuta, o nel Montastro, o Sautu Cani, perché ce n’era molta. -.
A.: – Nel carretto quanti mazzi ci metteva ? –
I.: – A seconda quant’era grande il mazzo. –
Prof.: – Mille mazzi vero ?-
I.: – Sì. –
A.: – Un mazzo quanto pesava? –
I.: – Circa 2 kg. –
A: – Vi erano messi 28 mazzi che formavano un… –
Moglie dell’intervistato : – …fascio, un mazzo era formato da sei fili di ginestra. –
A: – I muli sostituivano a volte i carretti? –
I.: – Sì, infatti con i muli scendevano i fasci a Nicolosi e poi altri li portavano a Catania. –
A: – Quanto prendeva di soldi ? –
I: – Circa 15 lire con il mulo. –
A: – Con il carretto invece ? –
I.: – Di più, circa 15 o 30 lire a giornata. –
Prof.: – Ma lei ha fatto anche il vendemmiatore ? –
I.: – Sì. –
A: – Quando vendemmiavate, quanti eravate ? –
I.: – C’erano dieci uomini, il massaro e i carrettieri. –
A: – Per ogni carretto quanti muli c’erano? –
I.: – La maggior parte delle volte un mulo. –
A.: – Lei quanti muli aveva ?-
I.: – Due muli.-
A: – Lei aveva un carretto o due carretti?-
I.: – Un carretto. –
A: – E quindi i due muli si alternavano? –
I. : – Uno trascinava il carretto e l’altro lo utilizzavo per i mazzi. –
A: – Quando cominciarono ad essere usati i camion e le motoapi , i carretti cominciarono a scomparire?-
I.: – Sì. –
A: – Sacrifici nella vita ne ha fatti tanti! –
I.: – Sì, molti. –
A: – Dopo una settimana lavorativa la domenica cosa facevate ? –
I.: – Niente, si lavorava come tutti i giorni. –
A: – Come le passava le feste ? –
I.: – Senza lavorare.-