Ultima modifica: 20 Settembre 2017

Il Monastero

Sicuramente anche nel territorio dove poi sarebbe sorto il  paese, in periodo arabo, vennero realizzate trazzere che resero più accessibile l’accesso al vulcano, ma fu la politica normanna che portò, d’accordo con la Chiesa romana, alla creazione di monasteri benedettini sulle pendici del vulcano. E’ certo comunque che nel XII secolo nel nostro territorio esisteva solo una chiesetta ed un ospizio per i monaci infermi e che, per donazione, con le vigne e le terre circostanti, il tutto entrò a far parte del monastero di San Leone, mentre più tardi, nel 1205, la zona fu unita al monastero di Santa Maria di Licodia come grangia.

Rispettando la volontà espressa da Federico II d’Aragona che avrebbe voluto, in un luogo tanto bello e salubre, un monastero, Marziale vescovo di Catania ne ordinò la costruzione presso l’antico ospizio, sotto la guida di un temporaneo priore.

Era il 1359 e da quel momento iniziò il graduale predominio del Monastero di S. NICOLA all’ARENA
(L’appellativo che caratterizza il nome del Monastero può trovarsi scritto ” la Rena “, ” l’Arena “, ” all’Arena ” ed è sicuramente legato alla natura geologica del terreno su cui sorge : terreno ricco di terra sabbiosa = RENA, in contrasto con le rocce laviche = SCIARE. In un documento del 1589 relativo all’eruzione del 1536 si trova anche l’appellativo ” la Ruina “: in tal caso è da relazionarsi alla eruzione che distrusse totalmente il monastero di San Leone e bruciò i poderi dei villaggi di Nicolosi e di Mompilieri. Ed ancora il Carrera usa per il Monastero di Nicolosi l’espressione ” S. Nicolò all’Arena detto il Vecchio ” per distinguerlo da quello di Catania che porta lo stesso nome e che era stato inaugurato nel 1578. La relazione del Carrera risale al 1639.)

Benché già prima di tale data attorno all’ospizio si fossero insediate famiglie di pastori e di contadini, esse non costituivano un vero casale; fu invece con la trasformazione del Monastero in sede abbaziale che si rese necessaria una concentrazione stabile di personale.

L’antico Monastero di San Nicola  fu edificato quindi accanto ad una antichissima cappella rupestre anteriore alla fondazione del Monastero e che sorgeva in quel luogo per una spontanea formazione arenosa.

Il predominio del Monastero nicolosita sugli altri del territorio è databile al 1359.

L’ingresso dell’edificio era costituito da un piccolo portico, in parte ora distrutto, sulle cui pareti si potevano ammirare bellissimi affreschi.

Un lungo sentiero, una volta fiancheggiato da mura merlate, portava al recinto del monastero al quale si accedeva attraverso un nobile arco barocco di pietra bianca, sulla cui chiave era scolpito lo stemma dell’edificio: tre pale sormontate da una stella caudata.

Sul portone d’ingresso principale campeggiava lo stemma dell’ordine benedettino, un libro con il motto ORA ET LABORA.

Sopra si apriva il balcone a terrazza sul quale si affacciava l’appartamento dell’abate ed il lato meridionale del cortile era occupato, in parte, dal muro difensivo, oggi ricoperto di edera.

Quando il Monastero divenne, come detto, Abbazia, qui si creò un austero centro di vita monastica in cui soggiornavano anche ospiti illustri appartenenti ai nobili casali dell’epoca.

Il complesso cominciò a decadere progressivamente dopo il 1558 quando i monaci, volendo evitare spiacevoli incursioni predatorie, già più volte avvenute, ottennero il permesso di trasferirsi definitivamente a Catania.

Il suo definitivo degrado avvenne con la soppressione degli ordini religiosi, quando passò al Pubblico Demanio dello Stato per essere venduto ai privati.

Fino a qualche anno fa restavano i ruderi, carichi di memorie del passato: giustamente il Parco Regionale dell’ETNA, avendo acquisito il Bene, ha iniziato ad operare lavori mirati al restauro di questo notevole patrimonio.

Dal Monastero dei Benedettini di S. Martino alle Scale ( Palermo ) come era nella mente e nel cuore dei Nicolositi è nato il risveglio.

Da qui è giunto il piccolo gruppo dei Benedettini che, pur con diversa ubicazione del nuovo Monastero ( oltre la Cittadella Sportiva, dopo la Fossa delle Colombe, percorrendo la strada lastricata a” basole ” come un tempo ) hanno fatto in modo che il 25 settembre 1994 fosse posta la prima pietra e, a due anni di distanza, il nuovo Monastero è stato edificato, in estrema semplicità.

L’inaugurazione è avvenuta il 25 settembre 1996 ed i Monaci Benedettini che vi vivono hanno riportato un clima di religiosità nuovo e profondo come il loro motto: ORA ET LABORA